I miei figli mi prendono spesso in giro. “Papà, questa storia l’hai già raccontata mille volte.”
Ed in effetti qui in Hotel, soprattutto con gli ospiti che tornano, capita tra una chiacchiera e l’altra di ricordare i “vecchi tempi.”
Quella volta di cui parliamo la Pasqua era talmente bassa che, almeno la sera, si girava ancora con il cappotto.
Per “bassa” si intende in anticipo sul calendario, visto che è una ricorrenza che non ha data fissa ogni anno.
Nonostante la pioggerellina ed il clima c’era una situazione di “tutto esaurito” o quasi.
Io ero era al bar quando si è aperta la porta ed è entrato un ragazzo con i capelli neri riccioli e lunghi, sceso da una scassatissima cinquecento (di vecchia generazione). Cercava disperatamente una stanza.
Una piccola stanza libera in realtà c’era ma… Un cliente solo, con i capelli lunghi, con quella macchina. Mi fidavo poco.
Mi sono fatto prendere dalla compassione, sperando di non dovermi pentire.
“Prego, si fermi, la alloggiamo noi”.
Quella persona ha detto poi che aveva un’auto scassata perché la sua era in riparazione. Che avrebbe preso poi un taxi per uscire perché doveva andare in un luogo dove aveva bisogno di fare bella figura.
Doveva andare al Moulin Rouge,uno dei locali più in voga della notte gardesana. Lì si sarebbe esibito il cantante Christian, un emergente.
Christian era lui, quello che si esibiva con il cappotto a quadretti.
Un ragazzo meraviglioso, la cui storia aveva fatto innamorare il generale Fernanda, la mia mamma.
E’ diventato amico del Brione, riconoscente perchè avevamo fatto finta di credere alla “storia” della macchina e perchè le cene offerte da Fernanda erano state molto gradite.
Come è andata a finire?
Che la mia mamma a fine stagione ha cercato un cappotto a quadretti uguale da regalarmi.
E che Christian, tornato a Riva dopo parecchi anni, in occasione di una Vela d’Oro che io contribuivo ad organizzare, si è ricordato di tutto.
Ma proprio tutto, tant’è che me lo raccontò appena mi vide nei pressi del palco. Fu una rimpatriata molto emozionante
Era diventato veramente famoso. In quegli anni partecipò a diversi Festival di Sanremo e si era guadagnato il soprannome di Julio Iglesias “bianco”, per la sua voce calda e i suoi testi romantici.
Lo ricordiamo con grande affetto, chissà che la vita un giorno non ci ri-offra l’occasione di vedersi.
